lunedì 1 agosto 2016

UNIVERSITÀ: NIENTE TURCHIA PER GLI STUDENTI SASSARESI. IL COMMENTO DI ESN

                                  
SASSARI 30 luglio - È di pochi giorni fa il comunicato diramato dall'Università di Sassari che annuncia la sospensione della mobilità verso la Turchia degli studenti dell'ateneo sassarese per l'anno accademico 2016-2017.
Per gli incoming provenienti dalle università turche sarà sempre possibile studiare a Sassari nell'arco dello stesso periodo.
Sull'argomento è intervenuto anche Michele Usai, il presidente della sezione sassarese dell'Erasmus StudentNetwork (ESN) che ha dichiarato: «Dispiace, perché priva gli studenti di un'esperienza importante come quella di studiare in un contesto diverso rispetto agli altri paesi europei. La mobilità verso la Turchia ha sempre esercitato un certo fascino per gli universitari sassaresi dando la possibilità di arricchire la loro conoscenza insieme al prestigio del nostro ateneo.
Esn in occasione di Eurotrip 2016
D'altra parte la situazione politica attuale invita alla prudenza e la scelta fatta dai vertici dell'università è apparsa inevitabile. Per fortuna continueremo ad accogliere gli erasmus provenienti dalla Turchia che, anche a distanza di anni, ricordano il periodo di studio trascorso a Sassari ed in Sardegna in maniera molto positiva.
La nostra associazione - ha ricordato Usai - si è sempre impegnata per aiutare gli incoming turchi ad inserirsi in città e ad integrarsi appieno con tutto il panorama universitario e di sicuro continuerà a farlo. Alcuni studenti, ad esempio, sono arrivati nei giorni scorsi per un periodo di tirocinio estivo e già hanno iniziato a partecipare alle nostre attività ».
Il momento "politico-istituzionale", si legge, ha spinto  verso una scelta che, seppur sofferta, appare purtroppo necessaria. Negli ultimi anni sono sempre state disponibili un numero cospicuo di borse di studio legate a progetti di outgoing che vedevano come meta la penisola anatolica.

Un periodo che ha spinto ad alzare il livello di guardia, tanto che l'ufficio relazioni internazionali monitora costantemente anche quei paesi, come Francia e Germania, nei quali si sono verificati, nei mesi scorsi, episodi di violenza. 

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